martedì 3 maggio 2011

Un suocero per amico

Ietro e Mosè: cameratismo
tra suocero e genero
Se il rapporto tra suocera e nuora è generalmente cordiale come quello tra i servizi segreti del Mossad e il Fronte di Liberazione Palestinese (decidete voi chi rappresenta chi), spesso al contrario tra suocero e genero, con l'andare del tempo, si crea una complicità che ha molto del cameratismo.
Di sicuro, Mosè ha trovato nel suocero Ietro un amico fidato. Tanto per cominciare, scopriamo nel capitolo 18 dell'Esodo che, prima di intraprendere la delicata missione di guidare il popolo d'Israele nella fuga dall'Egittogli ha sbolognato moglie e figli, per evitare di dover star dietro anche alle rogne di famiglia durante la difficile traversata nel deserto.
Ora anche nella regione di Madian, dove abita Ietro, è giunta la notizia che gli ebrei sono riusciti a fuggire grazie all'aiuto di Dio e sono accampati nei pressi del monte Sinai. Il suocero decide allora di accompagnare la figlia Zippora e i nipotini Ghersom e Eliezer a dare un salutino a Mosè - chissà se prima di partire aveva detto alla moglie che usciva due minuti a prendere le sigarette... Ci viene qui spiegato espressamente che i nomi scelti da Mosè per i figli significano 'l'emigrato' (Ghersom) e 'Il mio Dio mi soccorre' (Eliezer): figurati le prese per il culo degli amichetti al parco giochi - anche se quella dei nomi improbabili, tra gli ebrei antichi, è una consuetudine diffusa (vedi qui e qui).
E' abbastanza singolare che non si spenda una sola parola per raccontare l'incontro tra Mosè, la moglie e i figli, come se fosse assolutamente secondario. Tutta l'attenzione è invece rivolta alla piacevole rimpatriata tra suocero e genero, che si abbracciano e se la raccontano di gusto, a cominciare dalle reciproche condizioni di salute: non dimentichiamo che Mosè ha 83 anni, chissà quanti l'arzillo suocero. E chissà quale sarà stato il menu del banchetto che Mosè, Ietro, Aronne e tutti gli anziani celebrano in onore di Dio: purè, formaggino e mele cotte per tutti?
Il giorno dopo, Ietro assiste alla giornata-tipo di Mosè, che deve sprecare ore ed ore a giudicare le controversie tra gli israeliti. Qui entra in gioco il peso della saggezza: il suocero suggerisce al genero un'ottima soluzione per evitarsi tutto questo snervante lavoro. "Scegli tra tutto il popolo uomini seri, rispettosi di Dio, uomini che amano la verità e non si lasciano corrompere. Li porrai come responsabili di gruppi di 1.000, di 100, di 50 e di 10 persone. Essi dovranno risolvere le questioni del popolo in ogni circostanza. Presenteranno a te soltanto le questioni importanti; le altre, le regoleranno da soli".
Non fare tu quello che possono fare gli altri: la delega è la vera essenza del potere. Interessante il fatto che, già a quell'epoca, si evidenziasse il rischio della corruzione, una piaga endemica di ogni sistema amministrativo, vecchia tanto quanto la burocrazia.
Mosè mette in pratica le indicazioni di Ietro e tutto funziona a meraviglia. "Poi salutò il suocero, che tornò nella sua terra di Madian". Moglie e figli, non se li fila di striscio nemmeno stavolta.

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