venerdì 27 maggio 2011

Nel boschetto della mia fantasia

Il Vitello d'Oro: un racconto degno
di Elio o dei Monty Python
Chissà se il boschetto della fantasia di Elio, popolato da quattro simpatici vitelli variamente accessoriati a livello degli zoccoli (piedi di balsa, piedi di spugna, piedi di cobalto, piedi tonnati), è stato in qualche modo ispirato dal capitolo 32 dell'Esodo.
Nota introduttiva: per chi non sapesse a che cosa mi riferisco - ma anche per chi volesse rinnovare 4 minuti di assoluto divertimento - si raccomanda la visione del video:

Di certo, la vicenda del Vitello d'Oro risulta tra le più divertenti e improbabili del testo biblico incontrato finora: una sequenza che potrebbe essere benissimo tratta da un film surreale/demenziale dei Monty Python.
Mosè, come sappiamo, è in campeggio forzato sul Sinai al cospetto di Dio ormai da quaranta giorni. Gli israeliti, senza guida, si sentono persi. Si rivolgono allora al "vice" di Mosè, il fratello Aronne, con queste testuali parole: "Costruisci un Dio che ci guidi, ormai non sappiamo che fine abbia fatto quel Mosè che ci ha portati fuori dall'Egitto". Nessuno che si sogni di andarlo a cercare, ci mancherebbe: davvero uno spirito di riconoscenza e di attaccamento commoventi.
Del resto, il buon esempio viene proprio da Aronne, che non si scompone minimamente: "Raccogliete gli anelli d'oro che le vostre mogli, i vostri figli e le vostre figlie portano agli orecchi e dateli a me". Tutta la gente si toglie gli anelli senza battere ciglio e li consegna ad Aronne.
Alcune deduzioni. Intanto, evidentemente gli orecchini per i giovani maschi erano di moda già all'epoca: ragazzi israeliti punkabbestia ante litteram? Poi, Aronne è un tipo scaltro: ha capito che per sembrare davvero influente agli occhi di Dio, deve sparare alto e reclamare oro. Infine, gli israeliti ci fanno la figura dei poveri vecchietti contemporanei turlupinati da sedicenti addetti alla riscossione delle bollette.
L'apice si tocca quando Aronne decide come utilizzare tutti i gioielli di famiglia requisiti: li fa fondere, fabbrica la statua di un vitello d'oro, prepara un altare e proclama il giorno successivo come festività sacra:"Israeliti, ecco il vostro Dio, che ci ha fatti uscire dall'Egitto!".
Ti aspetteresti che la folla inferocita lo assalisse per prenderlo a sacrosanti calci nel sedere gridando Aridàcce l'oro, buffone!. Macché: tutti si inchinano al Dio-Vitello e il giorno dopo compiono sacrifici, banchetti, riti e danze solenni. Non ci sono dubbi sul fatto che il quoziente intellettivo medio degli israeliti fosse comparabile a quello del vitello stesso. Che poi, dico: con tutti gli animali di un certo fascino, proprio un vitello dovevi andare a scegliere? Suggerite un Dio zoomorfo più indicato esprimendo una preferenza nel sondaggio (l'Area Sondaggi è al centro della colonna di destra).
Mosè a questo punto viene fatto scendere in tutta fretta dal Sinai da Dio, che nel colmo dell'ira vorrebbe sterminare tutto il suo popolo per poi ricreare una lunga discendenza a partire dal vecchio Mosè. Il patriarca, però, a 83 anni comprensibilmente non ha alcuna voglia di tornare a ingravidare schiave e cambiare pannolini, quindi convince Dio a soprassedere.
Ci penserà lui stesso a punire gli israeliti: incazzato nero, Mosè spezza ai piedi della montagna le tavole della legge scritte da Dio (una scusa comunque valida per liberarsi di quel peso inumano), riduce il vitello d'oro in polvere e lo fa bere sciolto nell'acqua a tutti. Esilarante la scena del confronto a muso duro con il fratello Aronne, che si giustifica negando qualunque responsabilità: "Sai bene come sono fatti... Volevano un Dio, io ho chiesto chi ha dell'oro, loro mi hanno portato gli anelli, io li ho buttati nel fuoco e ne è venuto fuori questo vitello". Così, da solo. Mosè neanche lo degna di una risposta: chiama a sé i Leviti che si professano fedeli al Signore, e ordina loro di sterminare tutti i colpevoli di adorazione aurovaccina, siano pure i loro figli o fratelli. Agli ordini. Vengono infilzati con le spade circa tremila ebrei;  Aronne tuttavia è incomprensibilmente risparmiato. Forse è giudicato incapace di intendere e di volere. O forse verrà castigato più tardi dallo stesso Orsetto Ricchione che nella fantasia di Elio punisce assai dolorosamente il menzognero Vitello dai piedi di balsa.

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