martedì 14 gennaio 2014

Indovinello litigarello

Sanson e la filistea:
ottime premesse
per un matrimonio
Tra moglie e marito non mettere il dito. Ma anche un indovinello, alle volte, può generare contrasti insanabili. Lo apprendo con sgomento leggendo il capitolo 14 del libro dei Giudici, dove - in base a quanto raccontato subito prima - mi aspetto di trovare il resoconto del matrimonio tra Sansone e la ragazza filistea che si è scelto come moglie (senza peraltro consultarla minimamente al riguardo).
Le premesse sembrano quelle giuste, in effetti.
"Alcuni giorni dopo Sansone tornò con l'intenzione di sposarla". Tutto quadra. Ma ecco che subito compare un intermezzo inquietante: "Durante il viaggio andò a vedere i resti del leone che aveva ucciso, e vi trovò in mezzo uno sciame d'api con del miele. Prese il miele nel cavo della mano e si mise a mangiarlo per strada. Quando raggiunse suo padre e sua madre, ne diede anche a loro, ma senza dire dove lo aveva preso".
L'inciso appare completamente privo di senso, ma ormai ho sufficiente familiarità con la Bibbia per evitare di pormi problemi di questo tipo. In sostanza, l'autore biblico ci informa che Sansone è molto goloso e per nulla schizzinoso, oltre che immune dalle punture d'insetto. Per altro, anche i genitori appaiono altrettanto golosi e affatto schizzinosi (che siano caratteristiche ereditarie?). Non ho la più pallida idea della valenza effettiva di queste informazioni, ma magari torneranno utili in futuro. Prendo atto e vado avanti.
Arrivato a casa della ragazza, Sansone offre un banchetto di fidanzamento di una settimana, coinvolgendo gli amici filistei della futura sposa (trenta, per essere precisi), come chiede la tradizione.
Ed eccolo che spunta, l'indovinello litigarello. Sansone lo butta lì come un giochino di società utile a ingannare un po' il tempo in questa settimana di festeggiamenti prenuziali, visto che il karaoke e i balli di gruppo con dj all'epoca ancora non esistevano. "Avete a disposizione tutti i sette giorni della festa per darmi la risposta. Se indovinerete, io darà a ciascuno di voi una tunica e un mantello. Altrimenti voi dovrete dare a me trenta tuniche e trenta mantelli". Ah beh, c'è anche il premio in palio.
Dai, Sansone, facce divertì: qual è l'indovinello?
"Dal divoratore è uscito un cibo, dal forte è uscito un dolce".
Ora, noi che abbiamo letto la storia del leone e del miele intuiamo che si riferisca a quel fatto. Ma, di grazia, mi si spieghi: quando mai una persona sana di mente potrebbe arrivare a comprendere da queste parole completamente decontestualizzate che Sansone si riferisce ad un leone da cui è stato eviscerato un favo di miele? A meno che tra i Filistei non fosse un'usanza quotidiana quella di squartare leoni e poi estrarne del miele. Ammetto la mia ignoranza al riguardo.
In effetti, i giovinotti vanno in crisi. E a un indovinello assurdo rispondono con una reazione altrettanto assurda e un filo esagerata. Dopo quattro giorni di inutili arrovellamenti, si rivolgono alla futura sposa con una velata minaccia: "Cerca di convincere tuo marito a spiegarti per noi l'indovinello: altrimenti faremo bruciare te e la casa di tuo padre".
Comprensibilmente, la ragazza fa l'unica cosa di buon senso raccontata in questo capitolo: va dal fidanzato frignando, chiedendogli di rivelarle 'sto cazzo di indovinello per mettere fine a questa follia.
Ma Sansone non la prende benissimo. "Non l'ho spiegato nemmeno a mio padre e mia madre. Figurati se lo dico a te!". Ottime premesse per un matrimonio.
Solo dopo sette giorni di piagnucolamenti, subito prima della scadenza fissata per il quiz, lei riesce a convincerlo per sfinimento a dirle la soluzione; quindi provvede subito a spiegarla ai Filistei per tentare di accomodare la questione in extremis. Questi vanno tronfi a declamare l'indovinello risolto a Sansone, che però capisce subito da dove sia arrivata la soffiata: "Non è farina del vostro sacco. Da soli non avreste indovinato" (per inciso, la nota mi informa che la traduzione letterale della frase ebraica sarebbe un attimo di cattivo gusto. Copio pedissequamente: "Se non aveste arato con la mia giovenca, non avreste indovinato. Con la parola giovenca si allude alla moglie").
E uno si augura che almeno l'assurdità di questo gioco al massacro sia stata fermata una volta per tutte. Macché. Il peggio deve ancora venire.
"Mosso dallo spirito del Signore, scese ad Ascalon e uccise trenta persone. Tolse ad esse i vestiti, e li diede ai Filistei che avevano risolto l'indovinello. Poi tornò a casa di suo padre pieno di rabbia". Ora, per prima cosa aggiorniamo le informazioni relative a Sansone: goloso, non schizzinoso, immune alle punture d'insetto, un filino collerico e vendicativo. Ma soprattutto, osserviamo un minuto di silenzio per quei trenta innocenti disgraziati, uccisi solo perché passavano di lì e avevano un mantello. Ah, il tutto dietro ispirazione dello spirito del Signore.
No, Signore: questa me la dovrai proprio spiegare, perché io da solo non ci arrivo.
Va da sé che il padre della sposa, vista l'improvvisa partenza del Sansone furioso, considera annullato il diritto di prelazione e dà la ragazza in moglie al "giovane che aveva organizzato la festa di nozze". Ma sì, uno vale l'altro. Ormai era tutto pronto, perché sprecare l'occasione?
Non so per voi, ma per me questo passo entra di diritto nella top five degli Incomprensibili della Bibbia che ho incontrato finora.
Insieme ci metto:
1. Lot che propone alla folla inferocita di stuprare le sue figlie
2. Il Signore che prova ad ammazzare Mosè ma si ferma per un rito oscuro di Zippora
3. Il pasticciaccio brutto del Vitello d'Oro (con Aronne che la fa franca)
4. Giosuè lasciato a piedi scalzi fuori dalle mura di Gerico
Qual è il più assurdo e incomprensibile tra questi, secondo voi? E' aperto il sondaggio! (Area sondaggi: colonna di destra della schermata sotto la foto di Totò). Se invece volete proporre un altro passo biblico assurdo incontrato finora, suggeritelo commentando questo post. Grazie.