martedì 9 aprile 2013

Una fame assassina

Un affamato è un potenziale assassino
Occhio a rifiutare il cibo a chi è affamato: le conseguenze potrebbero essere nefaste. Lo provano sulla loro pelle gli abitanti di Succot e Penuel, che nel capitolo 8 del libro dei Giudici si rifiutano di rifocillare l'esercito di Gedeone, impegnato nell'inseguimento dei Madianiti, terrorizzati dalla riuscitissima imboscata notturna organizzata dagli Israeliti.
Gedeone ha già ottenuto la testa di due comandanti nemici, Oreb e Zeeb. Ma non gli basta: con i suoi 300 leccatori scelti oltrepassa il Giordano e prosegue l'inseguimento ad altri due re Madianiti, Zebach e Zalmunna, attraverso le amene città di Succot e Penuel (i.i. - inciso idiota: era noto che fosse raccomandabile tenere alla larga le procaci fanciulle di Succot dai testosteronici giovinotti di Penuel, al fine di evitare spiacevoli compromissioni suggerite dai nomi delle rispettive città).
Qui Gedeone chiede cibo per i suoi affamati soldati, ma gli abitanti glielo rifiutano: "Avete già preso Zebach e Zalmunna? No! E perché allora dovremmo dar da mangiare al tuo esercito?".
Avranno modo di pentirsene. Una volta raggiunti i due re e i 15.000 uomini al loro seguito, Gedeone e i suoi 300 se ne sbarazzano facilmente e fanno prigionieri i due monarchi. A loro Gedeone penserà più tardi.
Prima c'è l'"affronto famelico" da vendicare. Sulla strada del ritorno, catturato un ragazzo di Succot, il Giudice lo fa interrogare fino ad ottenere i nomi dei 76 capi e responsabili della città: tutti loro vengono frustati con le spine e i cardi del deserto. Va ancora peggio a quelli di Penuel: la torre simbolo della città viene abbattuta (e qui mica ci vuole Freud...), e gli abitanti uccisi.
Spero che Zebach e Zalmunna non si fossero illusi di farla franca, nel frattempo. Sistemati i conti in sospeso, Gedeone li interroga a loro volta: "Com'erano gli uomini che avete ucciso sul Tabor?".
Gli risposero: "Assomigliavano a te e sembravano tanti principi".
Saranno anche re, ma non brillano certo per scaltrezza.
Gedeone esclamò: "Allora erano miei fratelli, figli di mia madre!".
La condanna a morte è inevitabile. Prima Gedeone prova a farla eseguire dal suo giovane figlio Ieter, ma visto che il ragazzo tentenna provvede personalmente: "egli li uccise e prese i collari dei loro cammelli".
Immagino che i cammelli in questione, prima, se li fosse cucinati arrosto: in tutto questo inseguire ed ammazzare, si era ancora dimenticato di pranzare...