martedì 19 giugno 2012

Il mistero dei piedi

Giosuè, su ordine del capo dell'esercito
del Signore, si mette a piedi nudi. Perchè?
Era da un bel po' che non capitava, direi dai primi capitoli dell'Esodo. Finalmente il Libro di Giosuè torna a regalarci n passaggio indecifrabile e inquietante, di quelli che farebbero impazzire Roberto Giacobbo.
Siamo al capitolo 5 quando Giosuè, ormai vicino a Gerico, fa un incontro inatteso.
"Vide di fronte a sé un uomo con la spada in pugno. Gli andò incontro e gli domandò: Sei dei nostri oppure un nemico? Egli rispose: Né uno dei vostri né un nemico. Sono il capo dell'esercito del Signore, e ora vengo ad aiutarti".
Giosuè gli crede sulla parola, e si prostra immediatamente con il volto a terra.
Mettiamoci nei suoi panni, del resto: arriva un tizio aitante ed armato, dice di essere mandato da un Signore che si è mostrato spesso e volentieri temibile e vendicativo. Nel dubbio, meglio mostrarsi subito accondiscendenti. E poi, visto che Dio stesso ha ordinato di conquistare Gerico e la Terra Promessa, magari il suo guerriero può svelare la strategia militare che porterà alla vittoria...
"Quali sono i tuoi ordini?", chiede speranzoso Giosuè.
Ecco, ci siamo: il generale dell'armata divina è pronto a guidare l'avanzata decisiva.
"Il capo dell'esercito del Signore rispose: Togliti i sandali dai piedi perché questo luogo è sacro".
Non so voi, ma io probabilmente, con tutta la deferenza del caso, a questo punto avrei chiesto: "Va bene, generale... e poi? Non aveva detto, eminentissimo comandante, che veniva per aiutarmi?"
Giosuè, invece, preferisce obbedire senza chiedere alcunché.
"E così fece Giosuè".
Punto.
Il passo biblico termina così, con il condottiero d'Israele a piedi scalzi alle porte di Gerico.
Resta un interrogativo irrisolto e lacerante. Perché?
Che i suoi piedi fossero particolarmente puzzolenti, e potessero essere usati come arma batteriologica contro gli abitanti della città da assediare? O forse i piedi nudi avrebbero conferito maggior presa nella scalata delle mura di Gerico durante l'assalto? O ancora, il dolore provocato dai sassi appuntiti sotto i piedi avrebbe costretto Giosuè a muoversi in maniera veloce e scattosa, aiutandolo ad evitare le frecce scagliate dalle sentinelle di Gerico?
In mancanza di indicazioni esplicite dell'autore biblico, mi appello a voi attraverso il sondaggio (colonna a destra dello schermo, sotto la foto di Totò) Grazie a chi vorrà dare il suo contributo con un clic.

venerdì 8 giugno 2012

La sbucciatura dei piselli

Giosuè deve scapocchiare
una generazione di piselli
Giosuè si prepara a guidare il suo popolo alla conquista della Terra Promessa. Prima, però, il Signore esige un piccolo - ma alquanto doloroso, immagino - pegno collettivo: una bella circoncisione di massa di tutti i maschi israeliti.
Dio ordina a Giosuè (Libro di Giosuè, capitolo 5) di procurarsi un numero congruo di pietre affilate per compiere il rito, che non era più stato celebrato dall'inizio della quarantennale traversata del deserto.
C'è una generazione intera di piselli da scapocchiare: quelli di tutti i maschi nati fuori dall'Egitto. Il rito sulla collina di Aralot si trascina per le lunghe, poi a tutti i circoncisi è concesso "un giorno di riposo nell'accampamento, per lasciar guarire la ferita". Mi pare il minimo sindacale.
Proprio come il lecca-lecca che ti dà il pediatra dopo il vaccino, gli israeliti per la loro stoica resistenza al dolore, da bravi ometti coraggiosi, ricevono in cambio una ricompensa golosa: "il giorno dopo la Pasqua, per la prima volta mangiarono i prodotti di quella terra: pani non lievitati e grano abbrustolito. Da quel giorno, quando per la prima volta mangiarono i frutti della terra, la manna cessò. Così, da allora in poi, gli israeliti cominciarono a cibarsi dei prodotti della terra di Canaan".
L'autore biblico non specifica se tra questi prodotti ci fossero anche i piselli. Sarebbe stato alquanto ironico.