lunedì 31 dicembre 2012

Il primo tiro mancino

Molto prima di Zampaglione & co.
ci fu il "tiro mancino" di Eud
Lo sapevate che l'espressione "giocare un tiro mancino", per indicare una "mossa scorretta, imprevista e che nuoce gravemente" è di probabile - direi certa - origine biblica?
Io non lo sapevo, ma l'ho dedotto leggendo il terzo capitolo del libro dei Giudici. Capitolo che segue - sorpresa sorpresa - il secondo, nel quale ci viene spiegato il titolo del libro stesso: si chiama così perché ci racconta le vicende dei Giudici, ovvero di una serie di eroi-guida che Dio manda per riportare sulla retta via il popolo israelita, che dopo la morte di Giosuè vive decenni di sbandamento nei quali spesso e volentieri finisce per disobbedire al Signore. Il copione che si ripete ciclicamente è sostanzialmente identico: gli israeliti cominciano ad adorare altre divinità, Dio se la prende e per punizione li fa sconfiggere dagli altri popoli palestinesi, ai quali poi devono rimanere sottomessi per diversi anni prima che l'Onnipotente decida di inviare un nuovo Giudice a liberarli.
Il primo Giudice è stato Otniel (ve lo ricordate?), che ha liberato Israele dagli otto anni di schiavitù sotto il giogo del re dell'Alta Mesopotamia Cusan-Risataim (pare che gli piacesse cucinare raccontando barzellette).
Dopo quarant'anni di tranquillità, Otniel muore, gli israeliti fanno ancora i birbantelli disobbedienti e per punirli Dio li fa sconfiggere dal re di MoabEglon, che li domina per diciotto anni. A questo punto entra in scena il nuovo Giudice liberatore: Eud, figlio di Ghera, "un mancino", sottolinea subito l'autore biblico.
Proprio lui viene incaricato di portare il tributo di Israele al re Eglon, ma prima di recarsi all'appuntamento si nasconde sotto il vestito "una spada a doppio taglio lunga mezzo metro". Temo che non ci voglia affettare il salame. L'autore, dopo aver sottolineato la "mancinità" di Eud, mette in risalto anche l'obesità di Eglon: "Portò il tributo a Eglon, che era molto grasso".
Con la scusa di rivelargli un segreto in privato, Eud si apparta con Eglon nelle sue stanze al piano superiore; "con la sinistra tirò fuori la spada dal fianco e gliela piantò nel ventre; essa penetrò dentro tutta intera, lama e impugnatura, tanto che il grasso la ricoprì; senza nemmeno estrarla, Eud uscì dalla finestra". Eccolo qui, il primo "tiro mancino" della storia.
La coda è tragicomica. "Ma prima di uscire chiuse la porta e mise il chiavistello. Eud si allontanò. Quando i servi vennero e videro che la porta al piano di sopra era sprangata, pensarono che Eglon fosse dentro per i suoi bisogni". Nello specifico, il cosiddetto "bisogno lungo".
"A un certo punto cominciarono a preoccuparsi perché la porta del piano di sopra restava sempre chiusa". Va bene il "bisogno lungo", va bene la stitichezza, ma quell'ora e mezza di clausura si fa un po' sospetta.
"Allora presero la chiave e spalancarono la porta: il loro padrone era steso a terra, morto".
Lo sapevate? Quando un uomo mancino con una spada nascosta affronta un uomo ciccione, per l'uomo ciccione sono cazzi amarissimi. Sapevatelo.