martedì 18 giugno 2013

Wonder Woman

La forzuta
giustiziera di Abimelech
Chi mai potrà fermare un bastardo sanguinario figlio di buona donna come Abimelech (le cui gesta sono narrate qui e qui)? Ci vorrebbe un supereroe. O meglio ancora una supereroina.
La nostra vendicatrice rimane purtroppo anonima, ma di certo ha una forza paragonabile a quella di Wonder Woman. Si narra alla fine del capitolo 9 del Libro dei Giudici: "Abimelech marciò contro la città di Tebez (i.i. inciso idiota: a quei tempi Tebez si spartiva il dominio sulla regione con Corintoz, Micenez, Spartaz e Atenez): l'assediò e la conquistò. In mezzo alla città c'era una torre fortificata. I proprietari e gli abitanti della città, uomini e donne, erano corsi a rifugiarsi nella torre. Si erano barricati dentro ed erano saliti sulla terrazza. Quando Abimelech andò ad attaccare la torre, si avvicinò alla porta per incendiarla".
E ti pareva: il "piccolo Nerone" è pronto a colpire ancora. Stavolta però ha fatto i conti senza l'oste, o meglio senza l'erculea ostessa. "Ma una donna buttò giù la pietra di una macina sulla sua testa e gli fracassò il cranio".
Ora, io non sono esperto in antiche macine da mulino, ma immagino che pesassero un tantino di più di una macina del Mulino Bianco. In ogni caso, la macina in questione risulta mortalmente indigesta ad Abimelech, che tuttavia ha un ultimo sussulto da bastardo qual è anche in punto di morte. In questo caso, da bastardo sessista. "Abimelech chiamò subito il ragazzo che portava le sue armi e gli ordinò: Prendi la mia spada e uccidimi! Così nessuno potrà dire che sono stato ucciso da una donna".
Il ragazzo esegue l'ordine, Abimelech riceve il colpo di grazia.
"Quando gli Israeliti videro che era morto, tornarono tutti alle loro case". Non molto dispiaciuti, a quanto pare.
Visto che l'antica e maschilista società israelita non ti rese il giusto merito, provvedo subito io: grazie, Wonder Woman! Un altro bastardo assicurato per sempre alla giustizia divina.

lunedì 10 giugno 2013

Il mio nuovo romanzo

Piccolo spazio autopromozionale.
E' stato pubblicato in formato e-book Era un'estate senza tormentone, il mio nuovo romanzo.
Utilizzo questo spazio per dare qualche spunto a chi fosse incuriosito e rispondere ad alcune 'domande frequenti' al riguardo.

1. Che storia racconta?
Potete farvi un'idea guardando il book-trailer 'casereccio' che ho preparato

In alternativa, ecco il link diretto alla scheda di presentazione sul sito dell'editore.
Qui invece potete leggere gratuitamente in anteprima le prime 14 pagine.

2. Dove lo posso acquistare?
Il download è disponibile da tutte le principali librerie online. Il costo promozionale fissato dall'editore è di 1 euro e 99 centesimi per il periodo di lancio (fino al 6 luglio), successivamente dovrebbe alzarsi di un euro (2,99).
Questi alcuni link diretti per comprare il libro su:
Amazon iTunes GooglePlay IBS IlLibraio Feltrinelli Rizzoli Mondadori Kobobooks Bookrepublic Mazy Ebookizzati Txtr Unilibro Deastore Cubolibri Omniabuk

3. Non ho un tablet o un e-rader, ma solo un computer. Posso leggerlo lo stesso?
Certo! Se lo avete scaricato  in formato Kindle (che in genere è quello disponibile ad esempio su Amazon), vi basterà scaricare gratuitamente Kindle per pc (ma state attenti ai sistemi operativi supportati!). Se invece avete effettuato il download del formato epub o pdf, invece, vi suggerisco di scaricare gratuitamente questo programmino Adobe che in un attimo vi consentirà di leggerlo molto comodamente sul monitor del vostro computer. Certo la carta è un'altra cosa, ma vi assicuro che non si va affatto male.

4. Ma non esiste il libro 'vero' di carta?
Al peggio non c'è mai fine:
è uscito il mio nuovo romanzo
Al momento no. Per ottenere la pubblicazione in e-book da parte del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol - uno dei maggiori in Italia, che controlla marchi come Garzanti, Longanesi, Guanda, Salani - il romanzo ha superato una selezione tra 1109 inediti, dai quali dopo un lungo processo di letture e votazioni sono emersi 30 finalisti che hanno ottenuto la pubblicazione in e-book nell'edizione 2012 del concorso letterario IoScrittore. Solo uno dei finalisti è già stato pubblicato anche in cartaceo. Gli altri 29 - tra cui il mio - hanno ottenuto un'opzione ventennale: il Gruppo Editoriale, sulla base dell'interesse-successo che incontrerà l'e-book, potrà decidere da qui ai prossimi vent'anni di pubblicarlo anche in forma cartacea per una delle sue case editrici. Quindi, se proprio avete voglia di leggerlo sulla carta, l'unico modo per renderlo possibile è acquistarlo e farlo acquistare in digitale.

Grazie a tutti e... buona lettura! - o almeno lo spero.
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domenica 2 giugno 2013

Il maestro di Nerone

Prima di Nerone, Abimelech
diede alle fiamme la sua città
A scuola abbiamo tutti sentito raccontare dell'imperatore romano Nerone, che secondo una leggenda metropolitana alimentata dai suoi detrattori diede l'ordine di appiccare il grande incendio che distrusse Roma nel 64 dopo Cristo.
Apprendo ora che ben prima di lui ci fu un altro re che diede alle fiamme la sua stessa città.
Ovviamente è quel bastardo di Abimelech, che prosegue degnamente la propria carriera di figlio di mignotta.
Dopo avere ammazzato i suoi settanta fratellastri, figli legittimi di Gedeone, l'illegittimo Abimelech è portato in trionfo come re di Sichem. Più che motivata la maledizione che scaglia contro di lui e tutti gli abitanti della città l'unico fratellastro rimasto in vita, il piccolo Iotam: "Vi auguro che da Abimelech esca un fuoco e bruci i proprietari di Sichem e Bet-Millo!" (Giudici, capitolo 9).
Poi Iotam si rifugia nella città di Beer. Mi pare il posto migliore per darsi all'alcol.
Dopo tre anni di dominio tranquillo, i capi di Sichem si ribellano contro Abimelech, istigati da un certo Gaal, da poco giunto in città a capo di una compagnia di vendemmiatori ambulanti. Informato dal suo fedele servitore Zebul, Abimelech fa subito abbassare la cresta al Gaal: in un'imboscata ammazza svariati suoi seguaci e lo costringe all'esilio assieme ai suoi fratelli.
Il giorno successivo, il re regola il conto in sospeso con gli abitanti di Sichem. Mentre questi se ne vanno ignari a coltivare i campi, "Abimelech avanzò rapidamente con il suo gruppo e prese posizione all'ingresso della città, mentre gli altri due gruppi piombarono su quelli che erano nei campi e li uccisero".
Può bastare? Ovviamente no. "Abimelech combatté per tutta la giornata e infine conquistò Sichem. Massacrò gli abitanti, rase al suolo la città e cosparse le sue rovine di sale". Ecco da dove i romani hanno tratto ispirazione per Cartagine.
Adesso forse può bastare. Come non detto. I proprietari della torre-roccaforte di Sichem, infatti, si sono rifugiati nel sotterraneo del tempio di El-Berit. Abimelech e i suoi uomini raggiungono il tempio, tagliano un ramo a testa da un albero, ammucchiano i rami contro il sotterraneo e appiccano le fiamme. "Il sotterraneo bruciò con tutti quelli che erano dentro. Morirono tutti gli abitanti della torre di Sichem, circa mille persone tra uomini e donne".
Ecco, adesso può bastare davvero. Ma lo scrivo sottovoce, che quando si ha a che fare con un bastardo del genere non si sa mai...