mercoledì 6 luglio 2011

Un due tre libera tutti

Grazie al capro espiatorio,
un due tre libera tutti!
Quando da piccolo giocavo a nascondino, nonostante fossi imbranato e mi facessi beccare in due nanosecondi, sapevo di poter contare sulla redenzione finale per grazia ricevuta: l'ultimo compagno arrivava a toccare il muro precedendo il "cercatore", recitava la formula magica Un due tre per me, un due tre libera tutti, e come per magia di colpo ero salvo anch'io.
Anche tra gli israeliti funziona così. Il liberatutti di turno è Aronne, con l'involontaria complicità di un capro che, per l'impagabile servigio svolto, è entrato di diritto nella storia, arrivando fino a noi attraverso il linguaggio comune: avete presente il capro espiatorio? Ecco, quello; diventa suo malgrado grande protagonista del capitolo 16 del Levitico.
A Dio girano ancora parecchio le scatole per tutte le volte che gli ebrei gli hanno disubbidito, dal famigerato Vitello d'Oro alla malsana trovata di Nadab e Abiu, i figli di Aronne bruciati vivi perché avevano presentato al Signore un'offerta di profumo non espressamente richiesta.
Dio vuole che sia proprio Aronne a cancellare tutti i peccati commessi dagli israeliti, compiendo un rito molto articolato. Non possono mancare i consueti, plurimi sgozzamenti di tori, montoni e capri, con l'accessoria aspersione di sangue come se piovesse - molto più dei petali di rosa nei matrimoni organizzati da Enzo e Angelo. Per l'occasione, Aronne è vestito da capo a piedi di lino, tessuto che notoriamente si smacchia senza problemi.
Dio specifica che stavolta un capro non è destinato a lui, ma ad Azazel (secondo la nota a piè di pagina era il demonio che abitava nei luoghi deserti).
"Aronne mette le due mani sulla testa dell'animale ed enumera tutti i peccati, le disubbidienze e le colpe degli israeliti per scaricarli sull'animale". Immagino che la faccenda sia andata per le lunghe. "Poi lo lascia andare verso il deserto, sotto la guida di un uomo designato per questo compito. Il capro porta così tutti i peccati d'Israele in un luogo arido e deserto".
Infine basta bruciare carne, pelle, grasso e feci degli animali sacrificati, farsi un bel bagno (era ora: grazie Dio!), e il gioco è fatto: pace fatta tra il Signore e il suo popolo, al quale ogni colpa viene condonata. Un due tre per il capro, un due tre libera tutti.

4 commenti:

  1. o_O !!
    Mi hai riportata indietro nel tempo, quando facevo le fughe schiantandomi contro l'albero-meta, cercando di liberarmi, e invece non ce la facevo. Ovviamente facevo in modo che questo avvenisse quando mancavano circa la metà dei partecipanti, per poter ricadere nel cerchio dei salvati dall' "un due tre libera tutti". :D

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  2. Hai ragione Pri! Molto meglio essere liberati che liberare... Noi ci teniamo stretto l'impagabile brivido della corsa - già sapendo che sarebbe stata vana, sbucciature alle ginocchia a parte - e l'appagantissimo sospiro di sollievo finale - salvi anche stavolta, alla facciazza vostra!
    La gloria dei salvatori, invece, la lasciamo volentieri agli eroi.

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  3. Hai capito da dove arriva il capro espiatorio?! Però pensavo che alla fine lo sgozzassero, invece lo spediscono nel deserto e arrivederci?
    Povera bestia, avrà fatto comunque una brutta fine!

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  4. Proviamo a sognare, Ladybug: il capro nel deserto ha trovato ancora un po' di manna, ha scoperto di esserne ghiotto e di digerirla benissimo. Pochi giorni dopo, mentre brucava la sua razione quotidiana, si è imbattuto in una tribù nomade che ha deciso di tenerlo con sé per ricavarne cappottini di lana - nel deserto, di notte, fa un freddo cane. E visse per sempre tosato e contento. Mi sembra un finale più che probabile, no?

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