venerdì 15 aprile 2011

La dieta del carcerato

40 anni a pane e acqua
per gli ebrei nel deserto
Pane e acqua. Nell'immaginario collettivo, è la classica dieta del carcerato in luoghi tipo Alcatraz. E' anche la dieta obbligata per il popolo d'Israele nei suoi quarant'anni di peregrinazioni nel deserto dopo la fuga dall'Egitto.
Dopo l'iniziale entusiasmo per la ritrovata libertà, gli ebrei ben presto devono affrontare i problemi inevitabili quando si è costretti a vagare in un deserto: sete e fame (Esodo, capitolo 16).
Il malumore contro i condottieri Mosè e Aronne monta rapidamente. Dopo tre giorni senz'acqua, la gente comprensibilmente rischia la crisi di nervi arrivando ad un laghetto d'acqua amara e imbevibile nella località di Mara - chiamata così proprio per l'amarezza dell'acqua. Per fortuna, Dio mostra a Mosè un altro 'bastone magico', senz'altro il gadget preferito nel suo 'kit per miracoli' (vedi qui): basta gettarlo nel laghetto, e l'acqua diventa potabile. Il miracolo sarà ripetuto successivamente anche a Massa e Meriba: Mosè, con il suo fidato bastone, farà scaturire l'acqua dalle rocce. Dio darà così al suo popolo un'ulteriore prova della sua potenza, chiudendo il "litigio" con gli israeliti (Massa e Meriba significa appunto "Prova e Litigio").
Dopo un mese e mezzo di deserto, anche la fame si fa sentire terribilmente. Gli ebrei se la prendono di nuovo con Mosè e Aronne e sbottano: "Il Signore poteva farci morire nell'Egitto! Là almeno avevamo una pentola di carne e si poteva mangiare a volontà. Ora voi ci avete portati in questo deserto. Volete far morire di fame tutta questa gente?". Si stava meglio quando si stava peggio, è proprio vero.
Per placare le lamentele, allora, Dio fa piovere all'alba la manna dal cielo, identificata come pane: filamenti con consistenza simile alla brina si posano sul terreno assieme alla rugiada, diventando una specie di zucchero filato duro, che ha il sapore di una focaccina al miele. Ognuno può raccoglierne e mangiarne a sazietà, ma non di più: il giorno successivo, infatti, inevitabilmente la manna marcisce, a meno che non sia venerdì. In quel caso, la razione è doppia e può essere consumata senza che vada a male anche il sabato, per legge giorno di riposo assoluto obbligato e dunque anche con divieto di raccolta-manna.
La manna all'inizio sembra piacere molto agli ebrei. Il problema è che sarà sostanzialmente l'unico loro cibo per quarant'anni di fila (si accenna inizialmente anche ad una razione di carne prevista ogni sera, ma nel testo poi non se ne trovano altri riscontri). Immagino che i sogni ricorrenti degli israeliti in quei lunghi anni fossero popolati ossessivamente da qualunque tipo di companatico. Del resto, non lo dirà anche Gesù che "non di solo pane vive l'uomo"?

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