sabato 2 aprile 2011

Aggiungi un posto a tavola

L'agnello, piatto forte della Pasqua ebraica
Se siete invitati ad un banchetto pasquale preparato rigorosamente secondo i dettami biblici, pensateci bene prima di accettare. Potreste trovarvi di fronte a qualche sorpresa non esattamente piacevole.
Dio, che si accinge a guidare oltre 600 mila ebrei verso la libertà dopo 430 anni esatti di schiavitù in Egitto, dà a Mosè ed Aronne indicazioni molto dettagliate su come deve essere preparato il banchetto rituale per celebrare questo solenne momento. Indicazioni da seguire sia la notte della vigilia, sia in futuro per tutti gli anni a venire (Esodo, capitoli 12-13).
Tanto per cominciare, niente pane lievitato per una settimana. E fin qui, nessun problema particolare: cambiano un po' il sapore e la consistenza, ma risulta anche più digeribile. Una volta ogni tanto, perché no? Anche le erbe amare, specie in primavera quando sono tenere e appena germogliate, hanno il loro bel perché.
I problemi cominciano quando si tira in ballo l'agnello: maschio, senza difetti e di un anno, deve essere sgozzato verso sera alla presenza di tutta la comunità. Temo che non sarei in grado di reggere lo spettacolo. Quindi deve essere rigorosamente arrostito sul fuoco insieme alla testa, le gambe e le interiora. E con questa storia delle interiora, temo sarebbe lo stomaco a non reggere.
L'agnello non è però l'unico animale che deve essere immolato: attraverso le parole di Mosè, Dio raccomanda che ogni animale primogenito deve sempre essere sacrificato a lui. Sono ammessi e previsti solo un paio di strappi alla regola: al posto dell'asino primogenito può essere sacrificato un agnello, e in alternativa allo sgozzamento della bestiolina è concesso spezzarle il collo. Poco da fare: nascere agnelli, tra gli ebrei dell'epoca, non era esattamente una fortuna.
Mettiamo pure che siate affascinati dall'aspetto ancestrale di questa brutalità rituale, che siate ad esempio di quelli che assistono rapiti anche ad una corrida; e aggiungiamoci che magari l'agnello vi piaccia da morire anche cotto con tutte le interiora. Prima che accettiate l'invito alla "Pasqua biblica doc", mi sembra tuttavia doveroso sottolineare un ultimo piccolo particolare. Niente di così rilevante, in effetti; per molti sarà di certo un dettaglio secondario. Io ad ogni modo lo scrivo qui sotto, tutto in grassetto, perché si legga bene. E poi non dite che non vi avevo avvertiti, intesi? Bene.
Allora, sappiate che se non siete ebrei e volete comunque celebrare la Pasqua seguendo le prescrizioni dell'Esodo, dovete farvi circoncidere: voi, e tutti i maschi della vostra famiglia. Solo allora sarete ammessi al banchetto.
Aggiungete pure un posto a tavola, ma non per me: grazie per l'invito, io mi tengo il prepuzio.

Nessun commento:

Posta un commento

Di' la tua!