mercoledì 19 ottobre 2011

Un bastone prodigioso

Un bastone notevole è
 sempre simbolo di potere
Se siete capitati su questo post per caso, inserendo sulla casella di ricerca di google parole come "Rocco Siffredi", "Mandingo", "Suifan", "allungamento del pene", "prolungare l'erezione" o "i neri ce l'hanno più lungo", e il titolo vi aveva ingolosito, mi spiace deludervi: siete fuori strada. Parecchio.
Il bastone in questione, infatti, è quello di Aronne. Ed essendo lui un vecchierello ultraottantenne, non mi riferisco di certo al suo prodigioso stantuffo sessuale.
Parliamo invece di una vera verga di legno, nel senso letterale del termine, che alla fine del capitolo 17 dei Numeri diviene simbolo della supremazia del sacerdote prediletto dal Signore - e in questo senso sì che Freud e i riferimenti al fallo come simbolo del potere maschile hanno ottime ragioni di essere tirati in causa. Ma niente segreti per diventare superdotati; fatevene una ragione.
Già il fratello Mosè, con il bastone consegnatogli da Dio, aveva fatto diversi miracoli sorprendenti raccontati nell'Esodo. Stavolta, sempre grazie ad un bastone, è Aronne che ci fa un figurone, redimendosi così una volta per tutte dalla figuraccia rimediata agli occhi del popolo in occasione del disastro del Vitello d'Oro.
Dio dice a Mosè:"Ordina agli Israeliti che ogni capotribù ti consegni un bastone. Prenderai dunque i dodici bastoni e inciderai su ciascuno di essi il nome della tribù corrispondente. Sul bastone della tribù di Levi scriverai il nome di Aronne. [...] Dal bastone della persona che io ho scelto, spunteranno gemme. Così farò finire una volta per sempre le critiche che gli Israeliti muovono a me nei vostri riguardi".
Mosè requisisce i bastoni e li porta alla Tenda dell'incontro. Il giorno seguente, quando va a riprenderli, sulla verga di Aronne non solo sono spuntate le gemme promosse, ma in più anche fiori e persino mandorle mature. Dio ordina che questo bastone prodigioso sia portato davanti all'Arca dell'Alleanza: "Sarà conservato là, per ricordare agli Israeliti che sono un popolo ribelle - raccomanda a Mosè -. Così porrai fine alle critiche che mi fanno, ed essi non correranno più il rischio di morire".
Ora, volendo abbozzare un'analisi semiologica, mi rimane oscuro come un qualunque israelita, passando per caso di là, potesse associare l'immagine di un bastone con gemme, fiori e mandorle al messaggio "Siamo un popolo ribelle: non dobbiamo più criticare il Signore, altrimenti moriremo". Chiaro e intuitivo, direi proprio di no. Qualcuno magari avrebbe potuto equivocare, e leggerci ad esempio un ammonimento dei mariti alle mogli: "Accontentatevi dei fiori: se continuate a reclamare le gemme, vi bastoneremo sul sedere fino a spellarlo come una mandorla matura!". I post-it ci hanno davvero semplificato la vita.

4 commenti:

  1. Guiotz, mi fai morire dal ridere.
    Freud ha attinto a piene mani, altroché!

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  2. ho letto fino alla fine sperando di trovare un miracoloso metodo per allungera il pene o prolungare l'erezione.
    Non ho dato ascolto alle tue parole, non ho confidato nel tuo messaggio iniziale; se fossi stato UncertoSignore (di cui non so il nome) a quest'ora, come minimo, mi sarei ritrovato alle prese con una Giaele qualunque.

    "Ma Giaele, moglie di Eber, prese un picchetto della tenda, prese in mano il martello, venne pian piano a lui e gli conficcò il picchetto nella tempia, fino a farlo penetrare in terra. Egli era profondamente addormentato e sfinito; così morì."
    Giudici 4, 21

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  3. Questo commento "spoiler", caro Bert, mi apre scenari inquietanti... Sono davvero curioso di arrivare a leggere di persona il Libro dei Giudici. Date le premesse, c'è materiale interessante per squinternati come Picozzi o la Bruzzone, o per i plastici di Bruno Vespa - Dio, dato che ci siamo: per cortesia, falli sparire dal video appena puoi, te ne sarei alquanto riconoscente.

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