mercoledì 5 ottobre 2011

Quella sporca dozzina

Mosè manda 12 capi tribù
ad esplorare la Terra Promessa
Il Signore ordina a Mosè di inviare una squadra scelta in avanscoperta nella Terra Promessa (Numeri, capitolo 13). Per comporre il manipolo di arditi, il patriarca sceglie un uomo tra i capi di ogni tribù.
A leggere i nomi  - al solito decisamente bizzarri - la Sporca Dozzina potrebbe benissimo essere un gruppo di spietati terroristi, una squadra di trapezisti del Circo Togni o una formazione  di giovani giocatori mediorientali pescati a caso tra le Nuove Leve di Pro Evolution Soccer. La truppa è composta da Sammua, Safat, Caleb, Igheal, Osea, Palti, Gaddiel, Gaddi, Ammiel, Setur, Nacbi, Gheuel. Personalmente, do credito all'ipotesi dei trapezisti. Nell'occasione, Mosè d'autorità cambia il nome di Osea, che d'ora in avanti diverrà Giosuè - un editor serio farebbe notare all'autore che in verità Giosuè ci è già stato presentato con questo nome nell'Esodo, ma ormai siamo abituati a simili incongruenze...
I nostri eroi esplorano per quaranta giorni il territorio indicato da Dio, ma al loro ritorno forniscono un resoconto contrastante. Mentre infatti Giosuè e Caleb sottolineano gli aspetti positivi ("E' una terra dove scorre latte e miele"), gli altri si dimostrano allarmati e timorosi di non avere la forza per la conquista ("E' una terra che fa morire quelli che vi abitano, e laggiù abbiamo visto tutta gente alta di statura, anche i giganti discendenti da Anak. Di fronte a loro sembravamo formiche").
Come prevedibile, il popolo attacca con nuovi lamenti e proteste nei confronti di Dio, Mosè e Aronne; e quando Giosuè e Caleb tentano di convincere gli Israeliti a partire comunque all'attacco con fiducia, perché il Signore è con loro, per tutta risposta la gente prende dei sassi e si prepara a lapidarli.
Ahi ahi, un altro brutto capriccio dei figli Israeliti. Puntuale, arriva Tatadìo con le sue punizioni esemplari: "Morirete tutti in questo deserto[...]. Giuro che non entrerete nella terra dove avevo promesso di farvi abitare. Gli unici ad entrarvi saranno Caleb e Giosuè [...]. I vostri figli saranno nomadi per quarant'anni nel deserto, dietro ai loro greggi. Porteranno le conseguenze delle vostre infedeltà finché l'ultimo di voi non sarà morto. Avete impiegato quaranta giorni, per compiere l'esplorazione: pagherete le conseguenze dei vostri peccati per quarant'anni. A ogni giorno corrisponderà un anno. Imparerete così che cosa vuol dire opporsi a me". Intransigente ma mai eccessiva: questa sì che è una tata coi fiocchi!
Si mette male per la Sporca Dozzina. Dieci su dodici muoiono all'improvviso, come fulminati; dopo di loro, tutti gli adulti dai vent'anni in su sono condannati a morire uno dopo l'altro nei successivi quarant'anni. Ma non era meglio mettere su una squadra di trapezisti?

2 commenti:

  1. Mi sono sempre fatto questa domanda: ma se a qualcuno latte e miele non fossero piaciuti? Io uno che mi avesse descritto la terra promessa in quel modo lo avrei lapidato all'istante.

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  2. Giustissima osservazione, Bert. In effetti, la Terra Promessa del latte e del miele può risultare un vero paradiso per chi ha problemi di mal di gola, e magari per il signor Ambrosoli (quello delle caramelle); dubito tuttavia che molti altri sognino di entrarvi...

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