lunedì 30 gennaio 2012

Il Bignami

I primi capitoli del Deuteronomio
sono il "Bignami" dei testi precedenti
Se ripenso ai bei tempi del liceo, quando tutti eravamo giovanissimi, spensieratissimi e bellissimi, nell'intimo mi scaturisce subito un moto di profonda e commossa gratitudine per un libriccino a cui tutte le generazioni di studenti pre-internet devono davvero molto: il Bignami.
Dietro a quell'orribile copertina di un rivoltante colore indefinito tra il grigio pantegana, il marroncino diarroico e il verde marcio mimetico, si celava la benedettissima ancora di salvezza per ogni adolescente nel tentativo di sfangare una sufficienza senza sorbirsi lo studio di paginate e paginate del testo ufficialmente adottato dall'insegnante, immancabilmente monumentale per quanto riguarda dimensioni e pesantezza testicolare causata dalla lettura.
Il Bignami era il classico compagno di strada del lunedì mattina alle sette e mezza, ideale per recuperare in mezz'ora di autobus un fine settimana di non studio di Storia o di Letteratura Italiana, o per scoprire cosa avesse combinato quel disgraziato di Don Rodrigo nei capitoli dei Promessi Sposi rimasti chiusi sullo scaffale con le pagine ancora profumate di colla e d'inchiostro.
Scopro ora con una certa sorpresa che, molti secoli prima del Bignami, qualcuno aveva inventato il Deuteronomio. I primi capitoli del quinto testo biblico, infatti, sono una sorta di "riassunto delle puntate precedenti" (del resto il titolo stesso, come mi insegnano le note preliminari, significa Seconda Presentazione della Legge): Mosè in un lungo discorso ricorda al suo popolo "zuccone" i fatti più salienti accaduti in questi quarant'anni di peregrinazioni nel deserto, riproponendo molte vicende già raccontate nell'Esodo e nei Numeri.
Il patriarca ne approfitta per lagnarsi a più riprese della sua condanna a morte, ormai prossima a compiersi ("Per colpa vostra il Signore se la prese anche con me! Mi disse: Neanche tu metterai piede nella Terra Promessa!") e per rivendicare più volte con orgoglio la spietatezza dell'esercito israelita: "Sicon, insieme con tutta la sua gente, ci affrontò in battaglia a Iaaz. Il Signore, nostro Dio, lo abbandonò in nostro potere, e uccidemmo lui, i suoi figli e tutta la sua gente. In quel tempo abbiamo occupato tutte le sue città e destinato allo sterminio i loro abitanti: uomini, donne, bambini. Non lasciammo superstiti"; "Prendemmo anche moltissime altre città che non erano fortificate. Le distruggemmo e, come avevamo fatto nella città di Sicon, re di Chesbon, furono sterminati uomini, donne e bambini"; "D'ora in poi diffonderò paura e terrore tra tutti i popoli della terra che vi incontreranno. Solo all'udire il vostro nome si metteranno a tremare per lo spavento". E ti credo.
Proprio come in un Bignami, va poi a finire che un riassunto ben fatto ti presenta alcuni dettagli curiosi spesso ignorati dalle lunghe pagine dei testi "ufficiali", che in teoria dovrebbero essere accurati e completamente esaurienti. Da lettore frivolo quale sono, ad esempio, mi piace scoprire grazie al Bignami Deuteronomio che i territori via via attraversati e conquistati dagli Israeliti erano anticamente abitati da giganti. "Og, re di Basan, era l'unico gigante rimasto: lo si può vedere dalla sua tomba di pietra nella città di Rabba degli Ammoniti: essa è lunga quattro metri e mezzo e larga due". Chissà quanto magnava, un gigante così. Anche questi popoli di uomini "forti, numerosi e alti di statura" avevano nomi quanto mai insoliti (e ormai non è una novità): gli Anakiti, gli Emim, e - i miei preferiti in assoluto - gli Zumzummim. Indovinate un po' qual era il loro inno nazionale?

5 commenti:

  1. Nessuno riuscirà a togliermi dalla testa che siano rimasti per 40 anni nel deserto perché ogni tanto Mosè, cercando di allungarsi la vita, non dava retta al navigatore.

    PS: e comunque Mosè se la tira un po' troppo e sta decisamente rosicando perché tra poco muore.

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  2. TPF, "bei tempi" perché ero gggiòvane, ma ad internet di fatto io devo il lavoro che a fine mese mi assicura i soldi per pagare le bollette e l'affitto di casa, dunque sempre sia lodato! :-)

    Bert, hai pienamente ragione. Il problema secondo me era lo stradario delle dune: Mosè ne aveva impostato uno all'inizio della traversata, ma ad ogni tempesta di vento tutto veniva stravolto e incasinato, e non c'era banda sufficiente per scaricare gli aggiornamenti... Si assisteva allora ad una scenetta ricorrente. Vocina del navigatore, nel silenzio e nel vento: "Alla prossima duna, girare a destra". Davanti a Mosè, una distesa di sabbia completamente piana. Qualche secondo dopo, di nuovo nel silenzio e nel vento la voce del navigatore: "Ricalcolo". Dietro, in mezzo al gruppo, qualcuno iniziava a unire nella medesima invocazione il dio di Abramo, Isacco e Giacobbe e il dio Baal.

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    1. E arrivati al dio Baal giù di sterminio da parte del dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.

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