mercoledì 26 ottobre 2011

Campioni di Risiko

Il piccolo esercito israelita deve
fronteggiare la grande armata edomita
Per arrivare alla Terra Promessa, dopo tanto deserto, gli Israeliti si trovano ad attraversare regioni abitate da altri popoli. Nessuno di questi, però, pare disposto a stendere a Mosè e soci un tappeto rosso: se vorranno passare, gli ebrei dovranno farlo con la forza. Tocca combattere, insomma. E quando si combatte, innanzitutto, occorre scegliere la strategia più appropriata.
Dopo essersi dissetati grazie ad un nuovo colpo di bastone miracoloso di Mosè, che fa sgorgare acqua da una roccia (ma senza volerlo commette qualche errore di procedura e fa incavolare Dio, che per ripicca gli promette che né lui, né Aronne entreranno vivi nella Terra Promessa), gli Israeliti si mettono in marcia da Kades verso il territorio del re di Edom (Numeri, capitolo 20)
Per essere sicuri di non andare incontro a rogne, inviano dei messaggeri a parlamentare con il monarca: "Ti preghiamo di permetterci di attraversare il tuo territorio. Noi non calpesteremo né i campi, né le vigne e non berremo l'acqua dei pozzi. Seguiremo la strada principale, senza deviare mai da essa, finché non avremo attraversato il tuo territorio".
Non so se il re di Edom fosse un esponente leghista, ma dimostra di non gradire affatto l'idea di una carovana di nomadi in transito. La risposta è secca e decisa, da sceriffo inflessibile: "Non passate per il mio territorio. Se ci proverete, vi farò guerra!".
Gli Israeliti provano a fissare un prezzo per il pedaggio: "Se avremo bisogno d'acqua per noi e per il nostro bestiame, te la pagheremo".
Niente da fare, il re non si fa comprare: "Non passate di qua!".
Alle parole seguono i fatti. "Gli Edomiti si mossero contro gli Israeliti con un esercito grande e forte". Il popolo del Signore, dovendo decidere se accettare o meno lo scontro, dimostra di avere alle spalle anni di esperienza nei tornei di Risiko, e applica senza indugio la prima regola aurea: se tu hai solo tre carrarmatini e lo Stato confinante ne ha dodici, ma che cazzo attacchi a fare?
L'autore biblico sintetizza il tutto con una frase semplice, breve e quanto mai significativa, che a mio avviso rappresenta un piccolo capolavoro: "Allora gli Israeliti presero un'altra direzione".
Chiamateli vigliacchi, ma per me sono campioni.

4 commenti:

  1. Come dar loro torto?!
    Certo che Tatadio poteva anche dare una mano...

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  2. Hai ragione, Ladybug. Non preoccuparti: ho la netta sensazione che a breve la nostra amatissima Tatadìo tonrerà a rifilare sganassoni a destra e a manca...

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  3. In tutta la mia vita ho giocato una volta sola a risiko, siccome la partita non finiva più, alla fine mi sono suicidato attaccando i dodici carrarmatini con i miei piccoli e insignificanti tre.
    Per fortuna che ho perso.

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  4. Risiko è così, Bert: si sa quando comincia, ma non si sa quando finisce. Mi ha detto mio cugino che quattro suoi amici una volta hanno iniziato a giocare in quinta elementare e hanno finito la partita prima dell'esame di maturità. Ha vinto uno che si chiamava Leo Perticone, grassoccio, con un serio problema di acne negli anni dell'adolescenza. All'esame di maturità ha preso 46/60. Oggi fa il direttore dei lavori nei cantieri per una ditta edile di Cormano (il paese delle code tra Pero e Cormano). E' una storia vera.

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