Il morso mortale di un serpente: niente di meglio contro i capricci |
Nel capitolo 21 dei Numeri, finalmente, Tatadìo ritorna ad essere l'assoluta protagonista: un rientro sulle scene in grande stile, che non delude le attese delle sue folte schiere di ammiratori - se vi volete aggiungere, votatela con un clic sul sondaggio che trovate scorrendo la colonna di destra dello schermo.
Già una volta, nel deserto, gli Israeliti si erano lamentati per la fame, per la sete, e soprattutto per avere ormai la nausea da manna; evidentemente però si sono dimenticati che Tatadìo li aveva castigati infliggendo loro una tremenda indigestione di quaglie. Viene il sospetto che, a furia di punizioni, i superstiti di quell'epoca siano ormai pochissimi, e la nuova generazione non abbia ancora imparato la lezione. Meglio dar loro una rinfrescata.
Il popolo, sconfortato, torna dunque a protestare contro Dio e contro Mosè: "Perché ci avete fatto lasciare l'Egitto? Per farci morire nel deserto? Siamo senza pane e senz'acqua, e ci è ormai venuta la nausea per la manna, un cibo da miseria!".
Troppo frignoni, per i miei gusti: qui ci vuole Tatadìo. Che, puntuale, interviene risoluta e ci sorprende con un castigo davvero originale, da riutilizzare sicuramente quando i nostri bambini si lamentano perché non vogliono gli zucchini come contorno: "Il Signore mandò contro di loro serpenti velenosi, i quali morsero un gran numero d'Israeliti, che morirono".
Indovinate un po'? Funziona subito!
"Il resto del popolo andò da Mosè e gli disse: Abbiamo fatto male a criticare il Signore e a criticare te. Ma tu prega il Signore perché allontani da noi i serpenti".
Eh no, carini, troppo comodo. Meglio che i serpenti restino, tanto perché vi sia chiara la lezione. Nella sua infinita bontà, Tatadìo tuttavia concede ai suoi figlioli di provare solo dolore, senza più morire. "Allora il Signore disse a Mosè: Fa' un serpente di metallo e fissalo in cima a una pertica. Chi sarà morso da un serpente e guarderà quello di metallo, salverà la propria vita!".
Non solo una punizione esemplare, ma addirittura un castigo che stimola l'attività fisica e l'attenzione dei vispi Israeliti: Tatadìo, sei impagabile!
Tatadìo ne sa una più del diav... non so perché, ma questo mi pare un commento poco adatto, quindi lo lascio in sospeso.
RispondiEliminaPer un pelo, Bert. Avevo già visto un serpentello mortifero pronto a infilarsi sotto la porta della tua cameretta...
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