I sacerdoti ai tempi di Mosè erano anche abili macellai |
Mi ritrovo piuttosto di fronte ad una sorta di manuale di istruzioni, un dettagliatissimo elenco di regole, norme, prescrizioni che Dio espone personalmente a Mosè per tutti i 27 capitoli che compongono il testo. Certo che quei due stanno a parlarsi in privato un sacco di tempo: a Mosè sarà venuta una pelle da adolescente, grazie all'effetto-lifting descritto nell'Esodo.
I primi capitoli del Levitico (1-7) si soffermano con grande specificità sulla pratica dei sacrifici. E' chiaro che i sacerdoti devono necessariamente essere anche abili macellai: sono chiamati in continuazione a sgozzare tori, montoni, agnelli, vitelli, piccioni, tortore per rimediare alle colpe commesse da chiunque appartenga al popolo ebraico. Dio si sofferma con dovizia di dettagli sulle procedure: tra le varie indicazioni, spicca il fatto che debbano sistematicamente essere bruciate le parti grasse di ogni animale (Dio ha a cuore il colesterolo dei suoi fedeli), mentre il sangue va asperso su altari e vesti sacre con modalità ben definite (ad esempio si deve intingere il dito e poi toccare per sette volte la parte visibile dei tendaggi). Chi mangia parti grasse o sangue viene immediatamente bandito dalla comunità: non c'è trippa per gatti, ma neanche per gli israeliti.
Il lavoro dei sacerdoti non è senza ricompensa. A loro spettano infatti la pelle, il petto e la coscia destra di ogni bestia squartata e offerta a Dio.
Oltre ai sacrifici animali, sono previsti anche sacrifici vegetali, per i quali si devono bruciare diverse misture di farina, olio, incenso, grano o verdure a seconda dei casi. C'è addirittura una sorta di scala che fissa un sacrificio adeguato al reddito: chi non ha mezzi per procurarsi una pecora o una capra, potrà portare al Signore due tortore o due piccioni; se non può procurarsi nemmeno i volatili, potrà portare due chili di farina.
Dio non lo specifica, ma immagino che chi non riesce nemmeno a procurarsi la farina abbia senz'altro problemi vitali più pressanti che chiedere perdono per i propri peccati.
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